Gruppo Kayak Canoa Cordenons ASD
L’associazione sportiva dilettantistica Gruppo Kayak Canoa Cordenons nasce nel 1978 e da allora si è affermata come un’eccellente scuola di sport e canoa. Trentanove anni di successi nazionali e internazionali coronati dalla partecipazione di propri atleti a quattro edizioni delle Olimpiadi nel 1996, 2008, 2012 e 2016 con un oro a cinque cerchi conquistato a Londra 2012. Il responsabile tecnico dell’associazione è Mauro Baron, allenatore federale e direttore tecnico della nazionale italiana di canoa.
Kayak: lo sport della canoa è divertente e completo e lo possono fare tutti
Il kayak (detto anche canoa) nasce nel Nord America e come sport ha sempre attirato numerosi appassionati della natura e del senso dell’avventura. Avviciniamoci in punta di piedi a questa pratica sportiva per scoprire come e dove praticarla, quali sono gli attrezzi necessari e quali benefici apporta.
Canoa o kayak: cos’è esattamente
Oggi con il termine canoa si intende quella canadese, che nasce in origine per scendere lungo il corso dei fiumi, ma è adatta anche per i laghi. Al contrario non viene utilizzata in mare, in quanto la forza del vento e delle correnti sarebbero un problema.
Discende dalle affusolate ‘imbarcazioni aperte usate dagli Indiani Irochesi per trasportare 6-7 persone lungo i grandi fiumi e le rapide del Nord America. La prua rialzata serviva per non imbarcare acqua nelle correnti più vorticose, frangere bene le onde delle rapide e scendere agevolmente nei tratti più ripidi. Si utilizzavo una o più pagaie ad una sola pala e si remava seduti.
L’evoluzione della antica canadese prevede di stare in ginocchio e l’imbarcazione ha uno scafo aperto in materiale plastico composito molto leggero tipo in polietilene o fibra di vetro, che spesso si allontana dalle linee originarie, e che si guida con una pagaia a una sola pala.
La canoa non va confusa con il kayak. Quest’ultimo infatti è un’evoluzione delle imbarcazioni esquimesi da caccia e da pesca usate nel mare nell’estremo nord e assemblate con ossa di balena e pezzi di legno e rivestite di pelli di foca. Erano chiuse da una copertura stagna indossata a mo’ di grembiule dal ‘conducente’, che per muoversi utilizzava una pagaia a doppia pala. Gli esquimesi remavano in ginocchio, servendosi della pagaia per raddrizzare l’imbarcazione in caso di (frequente) rovesciamento.
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